Sconcertati di fronte alla presa di posizione di Alghisi, che, con la sua decisione unilaterale, nonostante la mancanza di un reale progetto e della relativa Valutazione di impatto ambientale, persevera nel solco di chi l’ha preceduto. Una presa di posizione assolutamente inappropriata.
Vorremmo però riprendere il filo del discorso ricordando come su tutta la faccenda aleggino i “famigerati” 130 milioni stanziati dallo Stato per l’opera lacustre. Questo è il vero nocciolo della questione: visto che i capitali ci sono li dobbiamo spendere! Non importa se bene o male, ma vanno spesi!
Difatti non vi è alcuna altra ragione, né tecnica, né economica (appunto), né normativa perché non si possa realizzare il Depuratore del Garda nel bacino idrografico di pertinenza. Visto che sono 7 gli impianti in Trentino che sversano reflui depurati nel lago, a cosa dobbiamo questa ritrosia tutta Bresciana? Quali sono le (false) ragioni snocciolate per non allocare l’impianto sul Garda?
Non vi sono aree adatte ? Falso vi sono diverse aree in cui vi sono siti industriali dismessi ove realizzare gli impianti.

Non abbiamo tempo dobbiamo accelerare! Falso realizzare l’opera a Gavardo comporterebbe un allungamento dei tempi proprio per la distanza e la differenza altimetrica tra le località da collegare e comunque la sub lacuale è in grado di reggere ancora per alcuni decenni!
Di certo costruire un depuratore sulla costa e collegarlo alle località limitrofe costerebbe sicuramente meno, in tempo e denaro, rispetto a tutte le altre soluzioni. Per la depurazione del Garda se le stesse opere fossero realizzate nel bacino gardesano potrebbero bastare dai 30 ai 40 milioni risparmiando molto sui 100 milioni già stanziati! Un sicuro risparmio per le finanze pubbliche ma è forse necessario sversare denaro pubblico nel territorio Bresciano a beneficio di qualcuno? Tutto ciò è inconcepibile e ci fa inorridire!
Va notato anche che se il depuratore del Garda, secondo quanto deciso dall’establishment provinciale, dovrà costare molto per la sua realizzazione, ci si dimentica di quali saranno i costi di funzionamento, altissimi, per la necessità di pompare “elettricamente” i reflui scavalcando l’anfiteatro morenico del Garda. I costi delle opere idriche sono pagate dalle tariffe dei cittadini anche di quelli non toccati dall’opera stessa.
A pagare il costo di funzionamento e la bolletta energetica di questo impianto non saranno solo i cittadini gardesani, ma beffa delle beffe, anche i cittadini dell’asta del Chiese e del resto della Provincia di Brescia! Lo pagheranno nella tariffa idrica. E lo faranno per almeno i prossimi 30 anni!

E, non per ultimo, si vuole intervenire su un’area, l’arco morenico, che andrebbe protetta e tutelata e non devastata! Devastata ancora una volta da quelle stesse amministrazioni che con una poco lungimirante visione hanno devastato la Valtenesi e la costa gardesana di seconde case che oggi rappresentano il vero problema ambientale del Garda! Il problema va risolto dove si è creato, nel rispetto del principio di prossimità tanto caro anche alla Comunità Europea.
Le comunità hanno il diritto di poter decidere del proprio territorio sopratutto quando queste decisioni anziché portare benessere (sono ridicole le affermazioni sulle compensazioni) devastano il territorio e portano costi diretti e indiretti dovute alle esternalità ambientali che si trascineranno per i prossimi decenni.
Il nostro Comitato è pronto ad opporsi con qualsiasi mezzo a tale decisione e chiediamo atti sostanziali a quelle amministrazioni che si sono dichiarate contrarie. Oggi servono atti sostanziali non solo dichiarazioni di facciata! Da parte nostra siamo pronti al confronto su qualsiasi fronte valutando anche atti formali a livello nazionale ed europeo se necessario, non lasceremo nulla di intentato ma sopratutto faremo in modo che i cittadini e le comunità si riprendano in mano il loro futuro.
Mariano Mazzacani